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Il caso DoNotPay: può un'AI agire come avvocato?

ChatGPT Image Jul 30, 2025, 10_00_23 AM.png Nel mondo del Legal Tech, pochi casi hanno sollevato tanto dibattito quanto quello di DoNotPay, la startup fondata nel 2015 da Joshua Browder con l’ambizioso obiettivo di automatizzare l’assistenza legale. Nata come un chatbot per contestare multe per parcheggio, la piattaforma ha poi ampliato i suoi servizi, offrendo strumenti per risolvere dispute di modesta entità, reclami per voli in ritardo e cancellazioni di abbonamenti. Tuttavia, nel 2023, DoNotPay ha spinto l’innovazione al limite,annunciando l’intenzione di far rappresentare un imputato in tribunale da un'intelligenza artificiale.!

L'idea rivoluzionaria e la reazione del mondo legale

L’annuncio ha avuto un forte impatto mediatico: sarebbe stata la prima volta che un’AI avrebbe difeso una persona in un’aula di tribunale. Il piano di DoNotPay prevedeva che l’imputato indossasse un auricolare collegato all’AI, che avrebbe ascoltato le argomentazioni dell’accusa e suggerito in tempo reale risposte da fornire al giudice.

Tuttavia, questa iniziativa ha immediatamente incontrato ostacoli legali. Negli Stati Uniti, nessuna legislazione consente a un’intelligenza artificiale di praticare la legge, e la maggior parte delle corti vieta l’uso di dispositivi elettronici in aula. Inoltre, ordini degli avvocati e associazioni forensi hanno espresso forti preoccupazioni, sottolineando chel’AI non ha le competenze legali e l’autorizzazione per rappresentare un cliente in un processo.

Di fronte alla minaccia di azioni legali e possibili sanzioni, DoNotPay ha ritirato il progetto, evitando così un contenzioso che avrebbe potuto segnare un precedente importante per il settore.

Cosa significa questo caso per il futuro del Legal Tech?

Il caso DoNotPay ha aperto un acceso dibattito sul ruolo dell’intelligenza artificiale nel diritto. Se da un lato gli strumenti basati su AI possono semplificare molte procedure legali e migliorare l’accesso alla giustizia per chi non può permettersi un avvocato, dall’altro emergono questioni fondamentali legate a responsabilità, etica e regolamentazione.

Le principali criticità emerse da questa vicenda includono:

  • chi è responsabile se l’AI fornisce consigli errati o dannosi?
  • può una macchina comprendere a pieno il contesto e le sfumature di un caso giuridico?
  • in che modo le normative dovrebbero adattarsi per integrare l’uso dell’AI nel settore legale?

Queste domande rimangono aperte e saranno al centro delle future discussioni su Legal Tech e AI. Nel frattempo, il caso DoNotPay è un chiaro segnale che l’innovazione, per quanto rivoluzionaria, deve sempre confrontarsi con i limiti della legge.

Nel frattempo, il caso DoNotPay è un chiaro segnale che l’innovazione, per quanto rivoluzionaria, deve sempre confrontarsi con i limiti della legge.

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DoNotPay e il robot avvocato: il caso che scuote il Legal Tech