Le nostre serie di post

11) Un mese di call e di risposte

Diario 11.png Fare startup, a volte, significa passare più ore su Zoom che a tavola. Call con mentor, webinar, incontri veloci con investitori: all’inizio ti sembra di non costruire nulla, di stare solo ascoltando.

Poi ti accorgi che stai già costruendo: ogni conversazione ti lascia una risposta, un dubbio in meno (a volte anche 3 in più), un passo in avanti. Per noi, quel mese, è stato proprio così: una raffica di call, tutte diverse, tutte a loro modo fondamentali.

Firenze: quando chiudi il PC

Uno dei momenti più importanti è stato il corso del MIP con Claudio Pacini, di Requrv. Marco e Alessandro erano a Firenze per seguirlo dal vivo: un’aula piena di founder e aspiranti founder, tutti con il portatile acceso e le dita che correvano veloci sulla tastiera. Pacini, in poche ore, ci ha fatto capire come usare davvero l’intelligenza artificiale nelle startup: dove è utile, dove fa perdere tempo, quali automatismi hanno senso e quali invece sono trappole. Ci ha tolto di mano mesi di lavoro inutile.

Durante la lezione, Marco ha posto alcune domande molto pratiche. Le risposte hanno sciolto nodi che ci avrebbero bloccato per settimane. È stato come guadagnare un mese di tempo con una sola conversazione. E poi c’è stato quel gesto: a un certo punto Marco ha chiuso il computer.

Non era sufficienza, era un segnale. Molte di quelle cose le aveva già lette, testate, provate. Non c’era più bisogno di scriverle. Alessandro l’ha notato e, sorridendo, gli ha detto: “Si capisce che sei avanti: tutti scrivono, tu chiudi il PC.” Non era presunzione: è il risultato di essersi già sporcati le mani.

Il valore dei feedback

Quando hai un progetto tuo, corri sempre un rischio: pensare che sia il più bello del mondo. Ogni volta che ne parli, lo fai con passione, e spesso ti accorgi che sei tra i pochi a parlarne così. Ma l’entusiasmo può diventare una trappola: se ti chiudi nella tua bolla, finisci per convincere solo te stesso. Per questo l’incontro al MIP con realtà come Invitalia, BAM, Nana Bianca è stato un momento chiave. Non erano chiacchiere di circostanza: erano feedback concreti, da persone che vedono decine di progetti ogni mese. Ci hanno aiutato a capire se stavamo parlando la lingua giusta, se la nostra value proposition era chiara o troppo complicata, se il problema che raccontavamo era riconoscibile anche fuori dal nostro circuito. È qui che i feedback fanno la differenza: non servono a smontare l’entusiasmo, ma a metterlo alla prova.

Perché il rischio più grande, quando fai startup, non è avere un’idea fragile: è non accorgerti che la stai raccontando solo a te stesso.

Le domande che aprono strade nuove

Non tutte le call servono a darti risposte immediate. Alcune servono a farti capire che ti manca un pezzo. È stato così con Riccardo D’Iglio, in una call tutta dedicata al marketing.

Non ci ha consegnato la soluzione pronta, ma ci ha fatto emergere un bisogno: trovare qualcuno che si occupasse in modo strutturato di quella parte. Fino a quel momento, pensavamo di poter fare tutto da soli. Dopo quella chiacchierata, ci siamo resi conto che non sarebbe stato sostenibile. A volte il valore di un confronto non sta nella risposta che ti porti a casa, ma nella nuova domanda che ti costringe a porti.

Cosa ci siamo portati a casa

Ripensando a quelle settimane frenetiche, ci sono tre cose che possono essere utili a chi sta facendo startup:

  • non sottovalutare il potere delle domande giuste: valgono più di cento slide;
  • non è presunzione essere già avanti: è il segnale che hai fatto i compiti a casa;
  • non tutte le call servono a chiudere qualcosa: alcune servono ad aprire nuove direzioni.

Fare startup è questo: un continuo “work in progress” fatto di voci diverse, da cui impari ogni volta. Ogni risposta non solo accorcia la strada, ma ti fa capire che non sei solo a percorrerla e spesso nemmeno il primo.

Anche GiurisApp cresce così: una call dopo l’altra, una demo dopo l’altra.Se vuoi vederla in azione, prenota la tua demo waiting list: sarà come entrare dentro il nostro diario di bordo, ma in diretta.